Il Punto
E’ cambiato qualcosa?
Tante volte, chiaccherando in Enoteca, capita di cominciare a parlare di stile dei vini e di cambiamento delle mode. Non c’è dubbio, ve ne siete accorti tutti che le cose oggi stanno diversamente da qualche anno fa. Le nuove tendenze, sia di comunicazione che di produzione, parlano sempre più di territorio, personalità ed originalità. Il cosiddetto gusto internazionale non va più di moda, la perfezione dei vitigni bordolesi è quasi sotto accusa, i prezzi sono spesso analizzati con grande diffidenza. E’ tutto vero, certo, ed è anche giusto che sia andata così, ma bisogna stare solo attenti a non esagerare nel senso opposto. A non considerare buono un vino solo perché imperfetto, fatti con qualche strano clone sconosciuto oppure proposto a prezzi estremamente bassi. Il nostro consiglio è sempre quello di seguire il proprio gusto, le proprie preferenze, senza ricette preordinate e con una costante curiosità di fondo. Senza più cliché, senza pregiudizi, senza partiti presi. Il vino è un universo infinito, godiamocelo.
L’intervista
Marco Pallanti : Presidente del Consorzio Chianti Classico e conproprietario del Castello di Ama.
Caro Marco, ormai ti senti più Presidente o Enologo di Ama?
Mi sento l’enologo di Ama in prestito al Consorzio
Cosa pensi di aver portato e cosa ancora vorresti portare al Consorzio?
Al Consorzio penso di aver portato la mia esperienza tecnica di 25 anni di lavoro in vigna e in cantina, le mie conoscenze del territorio e sul Sangiovese. Vorrei trasmettere la mia passione per questa terra che comunque condivido già con diversi produttori. Abbiamo la fortuna di operare in uno dei posti enologicamente più belli del mondo, ricco di cultura e di tradizione, dobbiamo perciò cercare di produrre un vino che sia all’altezza del luogo.
Cos’è per te un vino di territorio?
E’ un vino che guarda al futuro prendendo forza dal passato. Un vino che rispetta la propria origine, che ha nel proprio pedegree quei tratti inconfondibili che lo rendono particolare ed unico. Un vino di territorio è un vino con un carattere, un’identità, una riconoscibilità.
Qual’è stata la formula vincente di Castello di Ama?
In una parola: rispetto: rispetto sia della varietà (Sangiovese) che dell’origine (collina a circa 500mt di altezza) e dell’annata attraverso una interpretazione tesa all’esaltazione delle caratteristiche della materia prima. Proprio come in una sinfonia di Schubert, l’armonia è già scritta nello spartito all’enologo resta soltanto il compito di tirarla fuori interpretandola.
Qual’è il vino (non tuo) al quale sei più affezionato?
Chateau Margaux 1982 è stato il primo Grande Vino che ho bevuto. Eleganza, armonia e territorio nello stesso bicchiere. E’ da quel momento che ho capito che si può essere molto piacevoli pur avendo un cospicuo patrimonio di tannini che permettono al vino di attraversare indenne lo spazio e il tempo.
Qual’è la miglior bottiglia (non tua) che hai bevuto?
Romanee-Conti 1959
Bordeaux o Borgogna?
Senza dubbio Borgogna. E’ la ragione che ha fatto assurgere il Pinot Nero nel gotha dei grandi vitigni del Mondo. Se non ci fosse la Borgogna il Pinot Nero non sarebbe così reputato. In questo ci vedo delle similitudini con il nostro territorio perché è quello che stiamo facendo noi del Chianti Classico con il Sangiovese. In un Classico, diceva Kierkegaard riferendosi ai libri, si deve creare un magico binomio tra colui che scrive e l’opera scritta. In pratica se è stato vero che è stata l’Iliade ad aver fatto diventare immortale Omero, è altrettando certo che sia stato Omero, con la sua appassionante scrittura, che ha reso epiche le gesta degli eroi Greci. Se lo riportiamo nel mondo del vino appare chiaro quello che ho appena detto cioè che è il Pinot Nero a far grande il territorio della Borgogna ma senza Borgogna il Pinot Nero non sarebbe mai diventato quel vitigno formidabile che conosciamo. Tutto ciò è altrettanto vero per il nostro vino dove l’aggettivo “Classico” fa’ addirittura parte della denominazione!